Ci definiamo gli “artigiani della formazione”
Così come artigiani, basiamo il nostro lavoro sulla personalizzazione, sull’attenzione ai dettagli, e sull’importanza accordata al fattore umano.
Alla fine sarà questo che farà la differenza e vi aiuterà a migliorare le performance del vostro business.
Quindi che vantaggio porta questo nostro approccio?
Personalizzazione :
Per essere considerato autorevole, il trainer deve capire la realtà, le sfide e la cultura di coloro a cui si rivolge. Deve assicurarsi che il partecipante si dica: “Lui è uno che capisce chi sono io, capisce quello che è importante per il mio lavoro e quali sono le mie problematiche. Qualsiasi cosa egli affermi è basato su questa comprensione”
Serve dare alla persona formata la certezza che i messaggi ricevuti dal trainer sono radicati nella conoscenza e nella comprensione del suo ambito di lavoro.
Questa condizione è indispensabile perchè chi viene formato prenda in considerazione i metodi e le strategie suggerite e faccia quindi lo sforzo indispensabile per implementare i cambiamenti necessari.
Ad ogni modo spiegare non basta. Serve mostrare come mettere in pratica strategie e tecniche. Percio’ ci concentriamo sulle soluzioni anzichè sulle conoscenze.
Per questo motivo facciamo di tutto per capire l’ambito di lavoro e la realtà di chi formiamo: andiamo a trovarli sul campo, studiamo il loro brand e i loro prodotti, parliamo anche con i loro clienti...
Attingiamo alla nostra esperienza maturata attraverso centinaia di analisi dell’esperienza cliente svolte fino ad oggi in 53 città nel mondo.
Per aiutare i partecipanti a visualizzare meglio le strategie suggerite, non esitiamo a “scendere in campo” e recitare il loro ruolo in sitiazioni di vendita o di management, laddove lo riteniamo opportuno .
Attenzione ai dettagli:
C’è una differenza enorme fra un concetto che resta nel vago e une strategia che si sviluppa attraverso tappe precise. Questa differenza contraddistingue quello che dovrebbe funzionare da quello che funziona veramente.
A ben vedere, tanti concetti tradizionali hanno bisogno di essere rivisitati e rinnovati per essere applicati nell’ambito retail di oggi.
Ecco un paio di esempi:
- Il Venditore (non parliamo di commesso) deve scoprire le aspettative del Cliente
Certo, pero’ è molto più importante scoprire le sue aspirazioni : quello che il Cliente desidera veramente ma che non riesce ad individuare perchè non ne è conscio. Recenti ricerche marketing hanno evidenziato la grande differenza fra quello che il Consumatore dice di desiderare, e quello che vuole veramente.
Le aspirazioni sono il vero motore del suo comportamento di acquisto e il Cliente di solito non può esprimerle direttamente perchè non ne è consapevole.
Mostriamo ai venditori come leggere le aspirazioni del Cliente e sopra tutto come avvalersene.
- “Il venditore deve fare delle domande aperte” è una delle classiche parole d’ordine che si sentono dire.
In realtà se non avete stabilito il tipo di rapporto che invoglia il vostro Cliente a condividere informazioni e soprattutto sensazioni, le vostre domande potrebbero essere percepite come indiscrete.
Mostriamo una tecnica semplice che consente di assicurarsi che il Cliente si apra e dia praticamente senza accorgersene informazioni su quello che è veramente importante per lui.
- “Deve fare sognare Il Cliente”
Sicuramente, pero’ a livello pratico come si fa? E come vi assicurate che il vostro Cliente concretizzi il suo sogno e acquisti veramente?
Un altro esempio, questa volta sul management, comunemente si pensa che :
- “Serve chiarire quello che vi aspettate dal vostro venditore”
Certo. Però sentiamo tanti Store Manager che ci dicono di ribadire continuamente le stesse aspettative al proprio staff. Tuttavia non ottengono i risultati cercati.
In realtà, non basta che lo staff abbia capito per ottenere che faccia lo sforzo in più necessario per cambiare le proprie abitudini.
Spiegare non basta per motivare, perchè il cambiamento è un processo molto più emozionale che razionale.
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Philippe Baudouin